Abbandonare il tepore e il comfort dello chalet o del rifugio per affrontare il freddo pungente delle piste può in un primo momento scoraggiare ogni aspirante sciatore. Tuttavia il brivido e la soddisfazione che seguono dopo aver completato la prima discesa e la sfida di nuove piste sempre più impegnative fanno sì che ogni inverno gli sciatori si ripresentino puntuali sulle nevi.
L’industria dello sci, e più in generale degli sport invernali, crea un enorme giro d’affari. Secondo Laurent Vanat, esperto del settore che dispone della raccolta di dati più completa, ogni anno circa 400 milioni di persone visitano le stazioni sciistiche, con le Alpi che la fanno da padrone accaparrandosi oltre la metà di questa clientela.
Se normalmente la stagione sciistica in Europa fattura in media circa 28 miliardi di euro – approssimativamente il 7% del mercato turistico europeo annuale – la pandemia Covid-19 ha segnato durante la stagione invernale 2020/21 un momento to molto critico a causa delle restrizioni negli spostamenti.
Dal momento che ci siamo lasciati ormai alle spalle questo impatto della pandemia sul settore dei viaggi e i turisti possono finalmente ritornare sulle meravigliose piste europee, abbiamo voluto capire quanto è cambiato nel frattempo il costo dello sci, in particolare per quanto riguarda gli impianti di risalita. Analizzando i dati relativi ai prezzi degli skipass dal 2005 fino al 2023 e calcolando l’inflazione con l’aiuto dell’Indice dei Prezzi al Consumo del Fondo Monetario Internazionale (IMF) siamo riusciti a dare una risposta a questo interrogativo.
Scegliere la meta sciistica perfetta per la tua prossima vacanza invernale può essere non facile. Anche escludendo tutte le rinomate stazioni sciistiche in Canada, in Giappone o negli USA e limitandosi all’Europa – che da sola offre quasi 4.000 resort – esiste infatti una grande varietà di fattori da prendere in considerazione. Il prezzo è senza dubbio uno di questi e se pensiamo che uno skipass giornaliero è arrivato a costare mediamente €66,46, è evidente quanto sia sempre più importante trovare la soluzione con il miglior rapporto qualità/prezzo.
Sia che tu voglia praticare lo sci di fondo, la discesa libera su piste ripide e impegnative o disegnare curve su facili pendii per sciatori principianti o intermedi, le mete sciistiche d’Europa offrono un’ampia gamma di alternative per tutti i livelli di esperienza a per tutte le tasche.
Quando si tratta degli skipass più costosi, non c’è da sorprendersi che in cima alla lista delle località sciistiche d’Europa si ritrovi più volte la Svizzera, paese in cui un giornaliero costa mediamente €78,92. In base alla nostra ricerca il comprensorio in assoluto più caro risulta essere quello di Zermatt.
Zermatt, prestigiosa meta del Canton Vallese, offre una gamma molto ampia di piste e aree per praticare i vari sport invernali, oltre a un villaggio di montagna elegante e lussuoso. Un lusso che ha un prezzo: qui uno skipass costa €108, la cifra in assoluto più alta tra tutte le località prese in esame nella nostra indagine. Con la Svizzera che occupa le prime posizioni nella classifica degli skipass giornalieri più cari d’Europa per la stagione 2023/24, va da sé che chi sceglie di sciare atterrando a Zurigo dev’essere preparato a pagare un prezzo elevato per piste da sci di qualità elevata.
Se da un lato è vero che ogni grande appassionato di sci dovrebbe visitare almeno una volta le celebri piste svizzere, dall’altro è giusto sapere che vi sono numerosi comprensori sciistici disseminati in tutta Europa dove è possibile vivere esperienze altrettanto entusiasmanti a prezzi abbordabili. Nel territorio del pittoresco Kopaonik National Park, in Serbia, si trovano per esempio gli impianti più convenienti tra le mete sciistiche d’Europa da noi prese in esame: qui lo skipass giornaliero costa solo €37, decisamente un affare, anche arrivando in volo a Belgrado e combinando la vacanza sciistica con una visita a questa città. La regione del Kopaonik National Park, con il suo clima subalpino e il tempo spesso soleggiato, risulta una meta perfetta per gli sciatori di ogni livello che non vogliono spendere troppo.
Se invece desideri sciare sulle Alpi, il comprensorio francese dell’Espace Diamant è, secondo i risultati del nostro studio, quello con i prezzi più abbordabili e una delle destinazioni preferite per chi visita Annecy. Ubicato a pochi chilometri dal traforo del Monte Bianco e raggiungibile in circa 90 minuti da Ginevra, propone uno skipass giornaliero che in alta stagione costa solo €47,50, ovvero meno della metà rispetto agli impianti che si trovano appena al di là del confine franco-svizzero.
Per molte persone che non vivono nelle regioni limitrofe all’area dell’arco alpino lo sci è visto come un’attività sportiva costosa. Le spese previste per l’attrezzatura, il soggiorno, le lezioni di sci – senza contare viaggio e spostamenti – sono indubbiamente un deterrente per il vacanziere medio non abituato a questo sport. E tutto questo al di là dell’idea associata al lusso degli sport invernali praticati nelle prestigiose ed esclusive località invernali europee.
Ma qual è stato l’andamento dei prezzi relativi agli impianti sciistici nel corso degli anni? Abbiamo preso in esame il prezzo medio dello skipass giornaliero in 100 tra le migliori stazioni invernali europee a partire dal 2005. Dai nostri calcoli risulta che in questo arco di tempo i prezzi degli impianti in tutta Europa hanno avuto complessivamente un incremento del 92,6%: questo significa che per sciare sulle stesse piste uno sciatore si ritrova a dover pagare circa il doppio rispetto a 18 anni fa.
Dopo avere considerato nel loro insieme tutte e 100 le località sciistiche oggetto della nostra indagine, in modo da avere un confronto globale, siamo successivamente passati a uno sguardo più ravvicinato per determinare quanto il prezzi medi degli impianti sono aumentati a livello delle singole nazioni. In questa seconda parte del nostro studio sono stati presi in esame i principali paesi europei con stazioni sciistiche, considerando il periodo a partire dal 2015.
L’aumento più significativo è stato registrato dalla Bulgaria, dove a partire dal 2015 i prezzi per gli impianti di risalita sono aumentati del 34,8%. Nel periodo post-pandemia Covid-19 l’attività nelle mete sciistiche in questo paese ha conosciuto un incremento al di là di ogni più ottimistica previsione: i quotidiani di Sofia riferiscono che il numero dei turisti è cresciuto di quasi un quarto, con un grande numero di sciatori che si è riversato in massa sulle montagne dei Balcani. Un analogo aumento dei prezzi è stato registrato nello stesso periodo di tempo negli impianti in Austria (34,3%) e in Italia (33,1%).
Come per tutte le attività legate agli spostamenti e ai viaggi, l’epidemia Covid-19 ha gettato un grande scompiglio nell’industria turistica, portando al rischio di fallimento imprese e strutture grandi e piccole. Non è rimasto naturalmente escluso da questa crisi il settore dello sci e degli altri sport invernali.
Alcune stazioni sciistiche d’Europa sono riuscite a mantenersi a galla grazie al turismo interno, seppure con numeri decisamente inferiori alla media. Si è trattato di un periodo indubbiamente difficile, tuttavia nell’industria legata alle attività sportive non mancano i segnali di una lenta ripresa: secondo la FESI (Federation of the European Sporting Goods Industry) si sarebbe registrato un moderato incremento del 7,5% nel fatturato complessivo del 2022 rispetto a quello del 2021.
Ma quali sono nel dettaglio le stazioni sciistiche che dal 2019 hanno fatto registrare l’aumento di prezzi più evidente? Il comprensorio italiano della Paganella risulta attualmente più caro del 51,1% rispetto al periodo precedente alla pandemia, seguito nella nostra classifica da altre due note mete invernali italiane. La principale causa di tali incrementi andrebbe attribuita agli alti costi dell’energia nel 2023, ai quali le località sciistiche si ritrovano a dover far fronte nello sforzo di riprendersi economicamente.
Il Covid-19 e la crisi energetica globale non sono le uniche sfide che stanno mettendo alla prova il settore dello sci in questo inizio del decennio. Secondo gli scienziati le crescenti minacce del cambiamento climatico potrebbero concretizzarsi nella carenza di neve per circa un quarto delle stazioni sciistiche d’Europa se non si fermerà la tendenza all’innalzamento delle temperature.
Mentre le località sciistiche d’Europa stanno continuando a lottare contro il cambiamento climatico e l’incertezza dell’economia, è inevitabile che i prezzi dello sci crescano oltre il livello di inflazione. Complessivamente, secondo i calcoli del Fondo Monetario Internazionale relativi alle singole nazioni europee, il costo di uno skipass giornaliero a partire dal 2015 risulta aumentato del 34,8% al di sopra del livello di inflazione.
In riferimento alle mete invernali di Svizzera, Austria e Italia è stata individuata una tendenza al costante aumento al di sopra del livello di inflazione per quanto riguarda i prezzi degli impianti sciistici. Un turista in visita a Salisburgo che decida di farsi una sciata nel comprensorio di Steinplatte-Winklmoosalm sarà decisamente tra i più penalizzati da questo punto di vista: secondo i calcoli in questa località si è infatti registrato un aumento addirittura del 109,3% sopra il tasso di inflazione.
Curiosamente le più lussuose ed esclusive località sciistiche della Svizzera sono riuscite a contrastare la situazione economica, superando addirittura le cifre pre-pandemia nonostante il periodo di scarse nevicate. La forte domanda ha avuto un effetto domino sui prezzi delle case: nello “Ski Property Report” annuale dell’agenzia di consulenza immobiliare Knight Frank viene messa in evidenza l’impennata dei prezzi in aree come Davos e St Moritz, mete notoriamente ambite dagli sciatori che cercano una vacanza invernale di lusso in un ambiente prestigioso ed esclusivo.
Abbiamo elaborato un elenco delle 100 migliori località sciistiche attingendo dalla lista delle mete invernali premiate da Skiresort.info’s con i punteggi più alti; abbiamo successivamente analizzato i prezzi attuali (stagione sciistica 2023/2024) di uno skipass giornaliero nelle singole stazioni sciistiche. Abbiamo quindi utilizzato la Wayback Machine di Internet Archive per confrontare come questi costi sono mutati nel tempo, ricercando e consultando le vecchie versioni dei siti web delle varie località sciistiche, in modo da capire quali sono stati i ricarichi negli anni specifici di interesse ai fini della nostra ricerca. È stato infine applicato il tasso di inflazione relativo a ciascun paese per poter effettuare un calcolo comparativo dell’aumento dei prezzi rispetto all’inflazione.
Per questa analisi non sono state prese in considerazione le offerte “hotel + skipass”, ma si è fatto riferimento unicamente al prezzo standard dello skipass giornaliero; questo nell’ottica di avere numeri più attendibili e coerenti al momento di effettuare un confronto dei dati nel corso del tempo. Nel caso degli impianti di risalita che per lo skipass giornaliero propongono soluzioni multiple oppure applicano tariffe flessibili tramite il dynamic pricing abbiamo calcolato un costo medio basandoci sui prezzi minimi e massimi del biglietto.
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